giovedì 12 maggio 2011

CABLEGATE – Bersani pro nucleare, cable svela accordi con USA

Rivelata dai cable di wikileaks la partership di 5 anni, ancora in vigore, tra Italia e USA per lo sviluppo dell’energia nucleare in Italia. A firmare l’accordo nel novembre del 2007, fu l’ex ministro dello Sviluppo Economico, nonchè attuale segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani. L’ex presidente nazionale di Legambiente Roberto della Seta, sapeva dell’accordo per il ritorno al nucleare in Italia, ma rimase in silenzio e, successivamente nelle elezioni politiche del 2008, venne ricompensato con un comodo scranno al Senato della Repubblica.

(Il segretario PD Pierluigi Bersani e Chicco Testa nuclearista ed ex presidente di Legambiente)

I cable di Wikileaks sono diventati ormai come gli appelli lanciati dal Vaticano o come le sanzioni dell’Unione Europea, ovvero presi in considerazione dalla nostra stampa solo se avvalorano la linea politica editoriale di riferimento. Quando Assange, infatti, diffonde documenti che riguardano qualche goliardata di Berlusconi, la stampa di sinistra crea un caso mediatico, mentre quando i cable riguardano il segretario del maggior partito di opposizione, il quale documenti alla mano, la pensa sulla questione nucleare, allo stesso modo di un esponente dell’esecutivo avverso, succede che il silenzio di tutti i media tradizionali è assordante e, solo la rete riesce a svolgere il compito d’informare e denunciare, privilegio che un tempo apparteneva alla carta stampata.

Il 13 novembre 2007, infatti, venne firmato tra l’allora ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e il Segretario USA all’ Energia Bodman, un accordobilaterale di partneship sulla ricerca e lo sviluppo dell’energia nucleare. L’accordo denominato GNEP prevedeva una durata di cinque anni ed è, dunque, salvo rinuncia unilaterale di uno dei due Stati firmatari, ancora in vigore. Ecco uno stralcio del cablogramma inviato dall’ Ambasciatore americano Spogli al dipartimento di Stato USA, nel quale cita alcune frasi pronunciate dall’exl ministro Bersani: ” Il risultato del Referendum non esclude l’Italia dalla generazione di energia nucleare, l’ha solo sospesa e questa partneship può giocare un ruolo importante nel modificare gli atteggiamenti italiani nei confronti dell’energia nucleare”.

Il referendum per Bersani, dunque, ha rappresentato solo un pit-stop, ma le intenzioni future di tornare al nucleare sono chiare e su questo punto, l’attuale segretario del maggior partito di opposizione ha una linea politica, perfettamente allineata, con quella del suo avversario politico, nonchè successore al Dicastero dello Sviluppo Economico Romani.

Il silenzio di Legambiente.

Nel novembre del 2007, alla firma della partneship Italia-Usa, l’allora presidente di Legambiente Roberto Della Seta, non contrastò l’ accordo per il ritorno al nucleare dell’Italia, ma in cambio del suo silenzio gli è stato riservato dal Partito Democratico un comodo scranno al Senato della Repubblica. Il fatto che i presidenti di Legambiente, nel corso della storia, abbiano mutato opinione sul nucleare non stupisce, ma almeno Chicco Testa non ne fa mistero e gode dell’odio di tutti gli antinuclearisti italiani.

Il caso della Sardegna.

Un’altro caso simile è quello avvenuto in Sardegna, dove ogni anno Legambiente organizza la festa del mare (www.lafestadelmare.it). Indovinate chi contribuisce economicamente alla buona riuscita dell’evento? La E.ON., colosso energetico tedesco che lo scorso 11 gennaio ha disperso nel nord dell’ Isola un’ingente quantità di olio combustibile, violando le incontaminate coste della Sardegna. E’ come se la Beretta, nota per la fabbricazione di armi da guerra, sponsorizzasse le campagne di Emergency o Medici senza Frontiere. Legambiente, infatti, in questo grave incidente è stata molto cauta nei confronti della E.ON! Tutti speravano che l’ associazione ambientalista inviasse la fantomatica “Goletta Verde”, per verificare con delle analisi bio-chimiche lo stato di salute dei fondali e dell’habitat sottomarino violato dalla mare nera. Legambiente Sardegna, invece, non solo ha minimizzato l’accaduto, ma il suo presidente regionale ha consigliato agli isolani di mangiare il pesce senza nessuna precauzione, ovvero prima che venissero resi noti i risultati delle analisi effettuate dalla competente ASL.

Ovviamente le migliaia di volontari e buona parte dei dirigenti di Legambiente sono persone intellettualmente oneste e, il loro apporto è fondamentale per la conservazione e la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, ma queste vicende ci ricordano anche la fallibilità dell’uomo e delle istituzioni.

fonte:

http://www.wikileaksitalia.org/cablegate-bersani-pro-nucleare-cable-svela-accordi-con-usa/

Blondet: Bin Laden non è morto, ecco la mia verità

«La morte di bin Laden? Il classico film americano: Clint Eastwood che uccide qualcosa e il gran finale rubato al film Master and Commander». Lo dice a ilsussidiario.net il giornalista e scrittore Maurizio Blondet. Già inviato di Oggi, Il Giornale, Avvenire, Blondet è un grande esperto di tesi cospirazioniste, ad esempio sugli attentati dell’11 settembre 2001 che furono, per Blondet, «un’autoaggressione». Nel libro 11 settembre colpo di stato in Usa, Blondet sostiene la tesi che dietro all’attacco alle Torri Gemelle ci sono lobby militari industriali, petrolifere, politiche ed ebraiche. E a proposito dell’uccisione di bin Laden, si tratterebbe solo di cattiva narrativa data in pasto a un’opinione pubblica ignorante, quella americana, per coprire ben altri scenari.

Blondet, la stessa Al Qaeda ha riconosciuto che Osama bin Laden è stato ucciso. Questo non ha fugato ogni dubbio?


Mi scusi, ma chi ha detto che Osama è morto? Dove l’ha letto?

Lo hanno riportato alcuni siti fondamentalisti islamici.

Ecco, appunto. Anche lei potrebbe aprire un sito che si dichiara fondamentalista e dire che bin Laden è stato ucciso.

Dunque lei rimane dell’opinione che Osama non sia stato ucciso? O che è morto anni fa e sia stato ritirato fuori per motivi propagandistici americani?

Ma io non lo so, questo. Morto, vivo, non lo posso sapere. Il problema è un altro, è intendersi su cosa sia Al Qaeda. Al Qaeda è un organismo identificato o no? Direi di no, è piuttosto una galassia di organismi, di cellule. Bisogna ricordarsi che cos’era Al Qaeda quando è nata, innanzitutto. «Al qaeda» significa «data base» ed è il nome che gli diedero gli americani quando fondarono questa organizzazione che - è bene ricordarlo - è stata messa in piedi dagli Stati Uniti per combattere i sovietici in Afghanistan. Si trattava di una lista contenente i capi guerriglieri islamici disposti a combattere i russi con il sostengo americano. Tra questi, uno dei capi guerriglieri si chiamava Osama bin Laden. L’assistenza a questa struttura veniva dato dai pachistani, che con il loro famoso servizio segreto decisamente anticomunista erano ben contenti di combattere i sovietici.

E quindi?


Quindi, intorno all’anno 2000, è successo qualcosa. Ci sono state delle ribellioni all’interno di questa struttura, che per gli americani non aveva più alcuna funzione pratica dopo che i sovietici se n’erano andati dall’Afghanistan. Il problema però divenne questo: quando sei un guerrigliero, quando hai depositi di armi sparsi ovunque che ti hanno fornito gli americani, che fai quando la guerra è finita? Vai a cercarti un lavoro in banca? Ovviamente no: rimani un guerrigliero. Pensiamo all’Italia, ai garibaldini. I garibaldini erano un’organizzazione terroristica, degli irregolari mandati in missione al posto dell’esercito piemontese. Quando la guerra finì, i garibaldini furono assorbiti con vari compiti paramilitari, ad esempio la guardia campestre, perché l’esercito sabaudo non voleva questi terroristi nelle proprie file. Al Qaeda invece è stata abbandonata ed è questo l’errore fatto dagli americani. Quando utilizzi mezzi illegali per degli scopi, poi ne devi pagare il prezzo. Così i membri di Al Qaeda si sono messi in proprio, hanno cercato dei finanziatori. È interesse americano dire che Al Qaeda esiste, Al Qaeda esiste ovunque gli americani abbiano degli interessi da difendere. In quei posti c’è Al Qaeda da combattere. Questa è la mia tesi, naturalmente ci sono anche altre tesi.

Cosa ne pensa dell’operazione «Geronimo», durante la quale è stato ucciso bin Laden o chi per lui?

Penso che sia semplicemente ridicolo che nessuno abbia potuto vedere il corpo di questa persona uccisa. Mi stupisco che si possa credere a una versione dei fatti come quella propagandata dal governo americano. Prima di portarlo sulla nave da dove l’hanno poi gettato in mare, quel cadavere ha fatto sosta alla base americana di Bagran, la più grande di tutto l’Afghanistan, dove stazionano sempre centinaia di giornalisti. Ebbene: qual era il problema a mostrare anche solo per cinque minuti il cadavere alla stampa?

Per cui?


Per cui è la solita narrativa all’americana, dove nessuna guerra finisce mai senza che il buono spari al cattivo dopo essersi affrontati nel duello finale.

Qual è allora la sua idea a proposito di questa faccenda?


La mia idea è che la persona uccisa non fosse Osama, ma un qualche importante mediatore tra talebani e pachistani. Di fatto, quella persona non viveva in una situazione di protezione pachistana. Era vicino a una caserma, protetto da mura e filo spinato, non mi sembra il posto dove ci si nasconde, ma piuttosto una copertura di protezione governativa. Da tempo una parte dei servizi segreti pachistani sta trattando con i talebani, è risaputo. Addirittura si sa di un apripista di accordo con il presidente afgano e i talebani per fare un governo insieme con la protezione della Cina, di cui da sempre il Pakistan è ottimo amico. Tutte cose che agli americani non piacciono, ovviamente, per cui questo blitz mi sa tanto di azione punitiva americana nei confronti dei pachistani, ed è possibile che gli americani abbiano distrutto una possibilità di tregua e quindi di pace in Afghanistan. Poi ovviamente un po’ di teatrino propagandistico: tirare fuori la morte di bin Laden, tanto per chiudere un conto che durava da dieci anni e che ormai mostrava un po’ la corda.

Un’operazione elettorale di Obama, dunque.


No, questo non direi. Se si votasse domani allora sì, ma si vota fra alcuni mesi e gli americani quando votano sono più interessati all’economia, ai problemi della disoccupazione. Gli Stati Uniti sono oggi un impero in declino, che peraltro ha portato alla rovina anche il resto del mondo occidentale.

Le sue teorie sull’11 settembre 2001: dieci anni dopo, lei le conferma?


Ancora più di prima. Vede, io in quei giorni ero inviato speciale negli Stati Uniti. Ho parlato con i pompieri di New York, ho parlato con piloti dell’Alitalia. Nessuno crede che se hai fatto un corso di addestramento su un Piper sei poi in grado di guidare un 747. È del tutto impossibile. Inoltre, i voli di linea sono costantemente guidati da terra. Un 747 si può schiantare su un grattacielo solo se sul grattacielo è stato posto un radiofaro che lo guida. Un conto se è un jet militare, ma nessuno poteva portare un 747 sulle Torri Gemelle da solo. Sono favole che vengono date in pasto all’ignoranza tecnica della gente comune che pensa non ci sia differenza tra pilotare un volo di linea e un aereo turistico.

E il motivo di tutto questo?


Gli americani ogni settant’anni hanno bisogno di una guerra, di fingere un attacco nei loro confronti. Pearl Harbor, il finto attacco spagnolo che portò alla conquista di Cuba. Tutta la storia americana è fatta di atti delinquenziali per giustificare le guerre. Quello dell’11 settembre è stato certamente più grosso degli altri da far ingoiare all’opinione pubblica.

E Obama?


Obama come ogni altro presidente americano è solo una figura vuota, non è altro che il portavoce di sistemi di potere, gruppi industriali, lobby economiche. Se Obama agisse diversamente, ci sarebbe subito un assassino solitario che lo fa fuori.

Come Kennedy?


Certo. Kennedy aveva minacciato atti di indipendenza ed è stato vittima di questo. Agli americani è facile far credere qualunque cosa, anche che bin Laden sia stato sepolto con un rito islamico mentre invece non è per niente così. Ma gli americani non sanno nulla dell’islam.

Terremoti: tra psicosi a Roma e sisma in Spagna

Giampaolo Giuliani, lo studioso che preannunciò il dramma del 6 aprile del 2009 all'Aquila e fu denunciato per procurato allarme, commenta le scosse nella Murcia e le previsioni di Bendandi che oggi hanno tenuto i romani con il fiato sospeso

Roma distrutta dal terremoto l'11 maggio non è una profezia, ma una bufala. Eppure la scossa che ha devastato la regione meridionale della Spagna fa pensare a molti che qualcosa di vero ci fosse.
Non è così. Giampaolo Giuliani, il sismologo che aveva previsto il terremoto del 6 aprile 2009 all’Aquila e che per questo fu anche denunciato per procurato allarme, è uno studioso di Raffaele Bendandi, commenta le due scosse di terremoto che hanno colpito la cittadina di Lorca, in Spagna: “Non ho gli strumenti adatti per monitorare una zona che si trova a duemila chilometri di distanza. Ma posso certificare, in base ai carteggi che possiedo, che Bendandi non aveva previsto alcun terremoto a Roma l’11 maggio”.

Giuliani, che ha creato un'omonima fondazione per continuare i suoi studi sul Radon, il gas che nasce dall’Uranio 238 e fuoriesce dai movimenti del sottosuolo, si dice un appassionato studioso di Bendandi, noto come “l’uomo dei terremoti” , per le sue analisi basate sul fatto che "la luna, con il suo effetto mareale agisce sui movimenti della crosta terrestre".
Spiega Giuliani: “E’ vero, Bendandi indica una forte scossa in questa primavera: ma il 10 giugno 2011", non l'11 maggio. Di fatto, comunque a Roma “Non c’è stato alcun rilevamento particolare di Radon", dichiara il sismologo.
Di più. "Il mio interesse per Bendandi nasce da uno studio sulle possibili correlazioni tra i precursori sismici" racconta Giuliani -. Bendandi ebbe un’intuizione geniale, oggi riconosciuta dalla scienza: l’effetto mareale della luna che produce sulla terra può essere una possibile causa di un terremoto. Allo scienziato romagnolo mancava però un dato importante, che gli venne contestato già a suo tempo: la longitudine. In quelle condizioni è molto più difficile calcolare un epicentro”.
Così, anche la previsione che avrebbe dato il via ai timori di molti cittadini romani ha una sola coordinata: 36 gradi di latitudine". Potrebbe essere ovunque, anche in mezzo al mare, sul bacino del Mediterraneo. Ma la Spagna è un'altra storia e se una lezione c'è, è che sui terremoti c'è poco da scherzare.

mercoledì 11 maggio 2011

Raffaele Bendandi E La Sua Teoria Sismogenica - Terremoto roma 2011

Bendandi nacque, il 17 ottobre del 1893 (e scomparve, sempre nella sua città natale, il 3 novembre 1979) a Faenza. Il 23/11/1923 predisse per il 2 gennaio, davanti al notaio di Faenza, un terremoto nelle Marche...e il sisma, in effetti, avvenne il 4 gennaio! non spiegò mai le sue teorie, ma affermava che la causa dei terremoti è da ricercarsi nelle forze di attrazione dei pianeti e del sole, forze che non si trovano all'interno della Terra. Egli sosteneva che tutte le manifestazioni terrestri e solari sono causate da uno squilibrio gravitazionale, e che esiste un'influenza solare decisiva sulla salute degli organismi umani ed una spiccata influenza sulle cellule cerebrali.

Secondo fonti, non confermate però dall'Associazione Bendandiana, Bendandi, attraverso il suo metodo, avrebbe anche predetto una scossa di terremoto devastante per la città di Roma e aree limitrofe, il giorno 11 maggio 2011, e un altro sisma di dimensioni ancora più apocalittiche tra il 5-6 aprile 2012, quando parecchie scosse di terremoto dovrebbero colpire, secondo tale teoria, a macchia di leopardo tutta la Terra.

Secondo altre fonti però, la data dell'11 maggio 2011 non è presente nelle predizioni di RB, c'è però quella dell'11 marzo 2011, data nella quale si è verificato il terremoto in giappone;

è chiaro che gli scenari apocalittici dipinti da film, trasmissioni e siti internet di dubbia provenienza, hanno influenzato molte persone che molto probabilmente e volutamente hanno fatto si che la data 11 marzo diventasse 11 maggio e si aggiungesse alle date previste da RB;

Sarà per l'11 che richiama alla mente la coincidenza di drammatici eventi legati a quel numero (l'attacco alle Torri gemelle, la strage alla stazione Atocha di Madrid, il recente terremoto in Giappone appunto), ma sul web la frottola è corsa veloce, tanto che per far fronte alle troppe richieste di informazioni anche l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e la Protezione civile hanno inserito in primo piano sui propri siti una serie di risposte a domande frequenti sull'argomento;

Vi propongo un passo dal suo libro "Un principio fondamentale dell'Universo" - volume Iº - scritto e pubblicato nel 1931:

"La forza di attrazione è dunque l'agente principale di ogni manifestazione del mondo fisico; è dessa che regola il corso dei pianeti e dei satelliti lungo la loro orbita; che presiede allo sviluppo evolutivo delle diverse masse planetarie; che mantiene con una semplicità ammirevole quella intricatissima teoria di orbite viventi che ogni corpo celeste ineluttabilmente descrive; è dessa infine la regolatrice e l'alimentatrice di ogni manifestazione radiosa corrispondendo ad ogni sua leggera variazione un conseguente accentuarsi di radiazioni e un divampare della luce.

E questo soffio divino che anima di un movimento generale tutto il creato e ci offre la più eloquente testimonianza della vita dell'universo, può giustamente definirsi con l'alata parola del nostro Alighieri:
"L'amor che muove il Sole e l'altre Stelle".


Paola Lagorio, presidente dell’Associazione “La Bendandiana” , che è stata intervistata nei mesi scorsi dal programma di Raidue, Voyager, ha rivelato: «Bendandi aveva deciso di bruciare i suoi manoscritti, ma poi ha avuto un ripensamento. E proprio alcuni dei documenti con le sue previsioni per il 2011 erano stati prima gettati nel fuoco e poi salvati. Non si sa chi lo ha fatto, ma la persona si è pentita del suo gesto e quei documenti sono quindi giunti fino a noi. Nelle carte di Bendandi relative al 2011 sono contenuti varie considerazioni, sempre in forma numerica». Ha osservato quindi la Lagorio: «Nei documenti relativi al 2011 non si trova nessun riferimento a luoghi o date precise, come quelle che sono state riportate su Internet. Le notizie su un presunto terremoto previsto per l’11 maggio 2011 a Roma sono quindi destituite di ogni fondamento». Va inoltre osservato, che le previsioni di Bendandi sono sempre state nell’arco di alcuni mesi, massimo un anno, e non per il lungo periodo. E’ inverosimile quindi pensare che abbia fatto delle predizioni addirittura ad alcuni decenni di distanza dalla sua morte, si tratta piuttosto dell’ennesima bufala mediatica.

Fonti:
http://scientificando.splinder.com/post/22327827/raffaele-bendandi-e-la-sua-teoria-sismogenica

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/05/11/news/terremoto_arrivato_il_giorno_x_tra_psicosi_scetticismo_e_ironia-16069591/

http://www.ultimenotizieflash.com/2011/03/15/roma-come-giappone-profezia-terremoto-11-maggio-2011/

martedì 10 maggio 2011

I rotoli del mar morto


I rotoli del Mar Morto sono composti da circa 900 documenti, compresi testi della Bibbia ebraica, scoperti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte dentro e intorno al Uadi di Qumran, vicino alle rovine dell'antico insediamento di Khirbet Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto. I testi sono di grande significato religioso e storico, in quanto comprendono alcune delle uniche copie superstiti note dei documenti biblici prodotte prima del 100 a.C. e conservano la testimonianza della fine del tardo giudaismo del Secondo Tempio. Essi sono scritti in ebraico, aramaico e greco, per lo più su pergamena, ma con alcuni scritti su papiro. Tali manoscritti datano in genere tra il 150 a.C. e il 70 d.C. I Rotoli sono comunemente associati all'antica setta ebraica detta degli Esseni.

I Rotoli del Mar Morto sono tradizionalmente divisi in tre gruppi: manoscritti "biblici" (copie di testi dalla Bibbia ebraica), che costituiscono circa il 40% dei rotoli identificati; manoscritti "apocrifi" o "pseudepigrafici" (documenti noti del periodo del Secondo Tempio, come Enoch, Giubilei, Tobia, Siracide, salmi non canonici, ecc. che non sono stati, in ultima analisi, canonizzati nella Bibbia ebraica), che costituiscono circa il 30% dei rotoli identificati; e manoscritti "settari" (documenti precedentemente sconosciuti, che descrivono le norme e le credenze di un particolare gruppo o gruppi all'interno della maggioranza ebraica) come la Regola della Comunità, il Rotolo della guerra, commento (in ebraico פשר, pesher) ad Abacuc e la Regola della Benedizione, che costituiscono circa il 30% dei rotoli identificati.

Fino al 1968 la maggior parte delle pergamene conosciute e dei frammenti sono stati custoditi nel Museo Rockefeller (già noto come Museo Archeologico della Palestina), a Gerusalemme. Dopo la guerra dei sei giorni, queste pergamene e frammenti furono spostati al Santuario del Libro, presso il Museo d'Israele, che tuttora ne conserva numerosi, mentre altri sono presso l'Istituto Orientale dell'Università di Chicago, al Seminario teologico di Princeton, all'Azusa Pacific University e nelle mani di collezionisti privati.

lunedì 9 maggio 2011

- WIKILEAKS contro FaceBook - IMPORTANTE!!!!!!

1- JULIAN ASSANGE MOLLA UNA PAUROSA ZUCCATA SULLA FRONTE DI ZUCKERBERG: "FACEBOOK È LA MACCHINA DI SPIONAGGIO PIÙ SPAVENTOSA CHE SIA MAI STATA INVENTATA"
2- "SI TRATTA DEL DATABASE PIÙ COMPLETO AL MONDO (NOMI, INDIRIZZI, CONTATTI, GUSTI) E TUTTI DEVONO CAPIRE CHE QUANDO AGGIUNGONO I LORO AMICI SU FACEBOOK STANNO LAVORANDO GRATIS PER LE AGENZIE DI INTELLIGENCE DEGLI STATI UNITI”
3- NON SOLO FACEBOOK, IL DEUS DI WIKILEAKS ATTACCA AL MURO ANCHE GOOGLE E YAHOO: "TUTTE LE GRANDI ORGANIZZAZIONI USA SONO DOTATE DI UN’INTERFACCIA PER LA CIA"


- traduzione dell'articolo di Nina Mandell per Il "Daily News" http://nydn.us/iURLJi
ZUCKERBERG
ZUCKERBERG - Forse è un tipo MySpace. In un'intervista al Russia Today, il fondatore di Wikileaks Julian Assange ha definito Facebook "la macchina di spionaggio più spaventosa che sia mai stata inventata", indicando il popolare sito di social networking come uno degli strumenti migliori utilizzati dagli Usa per spiare i propri cittadini.
JULIAN ASSANGE
JULIAN ASSANGE - "Si tratta del database più completo al mondo di persone, con i loro rapporti, i loro nomi, i loro indirizzi, il luogo in cui si trovano, le loro comunicazioni con gli altri e con i loro parenti. E il tutto è all'interno degli Stati Uniti, il tutto è accessibile all'Intelligence Usa", ha detto Assange, aggiungendo che "Facebook, Google, Yahoo, tutte le grandi organizzazioni degli Stati Uniti sono dotate di un'interfaccia per l'intelligence Usa. Tutti devono capire che quando aggiungono i loro amici su Facebook stanno lavorando gratis per le agenzie di intelligence degli Stati Uniti".

Commenti alquanto bizzarri se si considera che provengono dal fondatore di un sito web meglio conosciuto per aver spinto alla rivelazione di informazioni segrete. In una mail al Daily News, un portavoce di Facebook sottolinea che la società non fa niente di più di ciò che deve fare per legge e aggiunge che "gli standard legali che vincolano una società a cedere determinati dati sono stabiliti dalle leggi del paese. Noi rispettiamo questi standard".
"Noi non rispondono ad alcuna pressione - prosegue il portavoce di Facebook - bensì alle leggi che sono obbligatorie. Non è mai accaduto di aver subito pressioni affinché rivelassimo determinate informazioni. Noi combattiamo ogni qualvolta riteniamo che il processo normativo sia sufficiente".
In ogni caso, molti utenti di Facebook sono sempre più preoccupati per la condivisione delle loro informazioni. Nel 2010, tre senatori democratici hanno chiesto alla Ftc (Federal Trade Commission) di esaminare le politiche di condivisione delle informazioni del social network. Il Wall Street Journal ha rivelato che popolari applicazioni di Facebook come Farmville e Cause hanno condiviso le informazioni degli utenti con società di pubblicità e monitoraggio.
La diffusa preoccupazione per la condivisione delle informazioni, tuttavia, non ha dissuaso le oltre 250 milioni di persone che usano Facebook, incluso qualcuno che sul social network ha creato anche il profilo ufficiale di Wikileaks. E più di 1.720.000 persone hanno cliccato sul tasto "mi piace". Assange, attualmente, si trova in Inghilterra, in attesa di essere estradato in Svezia dove dovrà affrontare le accuse di violenza sessuale.